Recensione di Gustavo Tagliaferri
Porsi un limite, ma fino a che punto? Soprattutto quando viene voglia di mettere in gioco se stessi dinanzi ad una sfida in ballo, mostrando coraggio nel tentare, osare, scommettere di tutto e di più, nel giro del minor tempo possibile rimanere folgorati da quel quid in più. Non è ancora una mera chimera, evidentemente, specie se, ascoltando un album del genere, appare logico come quella sfida, una volta messisi di buona lena, la si possa vincere adoperando tanta verve e concentrandosi sul fattore curiosità. I Joe Victor, con Blue Call Pink Riot, avevano già gettato delle ideali basi celanti una personalità non da poco conto, ma con il secondo capitolo in esame li si può tranquillamente considerare belli che realizzati, in una scena curiosa come quella attuale romana. Night Mistakes è una decisa rottura di schemi che, in maniera assai differente da quanto effettuato dai Daft Punk con Random Access Memories, si pone come obiettivo quello di esplorare a tutto tondo la dimensione disco ’70/’80 mettendola a colloquio in più occasioni con un’ossatura di matrice folk, in un contesto dove non risulta da meno il contributo addizionale di Matteo Cantaluppi. Nell’arco di più di mezz’ora, difatti, il risultato non verte mai sulla monotonia, ma passa dal piano rock di ispirazione americana di Night Music, che tra cori da stadio pare riecheggiare certi Sparks, ad un marcamento a sua volta assai evidente, alla luce del suo ossessivo groove, come quello di Charlie Brown, che nonostante l’apparenza da divertissement a livello di citazioni testuali rappresenta parte dell’ideale sintesi della via che i ragazzi hanno scelto di intraprendere e che trova conferma in due momenti ove il superamento della mera dimensione disco ha una forte voce in capitolo, nella fattispecie Goldenation, dei Santa Esmeralda con influssi quasi progressive, quanto in Disco Folk Genial, ideale sunto di cosa significhi scrivere davvero un signor tormentone dagli anni zero in poi ad opera di possibili Boney M campagnoli con retrogusto francese, ed analogamente Superstar sembra essere stata pescata a pieno dal repertorio di certi Bee Gees inseriti in un contesto da spiaggia, mentre le contaminazioni proto-funky di Freaks e la malinconia tex-mex di Goombay Drums, che strizza l’occhio ad una corrente, se non british, certamente scozzese, risultano situate in un limbo fatto di adorabile ilarità e pacatezza. Disco, ma anche glam: The Way Of Love, ballad per antonomasia del lotto, ha una vena malinconia nel suo etereo scorrere e risulta assai devota a David Bowie, per quanto occasionalmente appaia qualche cenno fuori contesto dei migliori U2, ed altrettanto glam si respira nelle intrusioni situate in quel di Vanities, che manda a nozze i Pet Shop Boys di fine ’80 con delle intrusioni elettroniche che sembrano rimaneggiare certe idee tipiche della vocal house, fino alla chiosa di Bye Bye Eleonor, il cui forsennato excursus, favorito da un uso dei sintetizzatori tutt’altro che fuori contesto, favorisce non poco una componente tra il rock e l’electro-pop che dal vivo potrebbe fare in maggiore misura la differenza. Night Mistakes è un disco irresistibile, che coinvolge dall’inizio alla fine e consegna i Joe Victor come una formazione i cui intenti sono più che positivi e prossimi a realizzarsi pienamente. Una felicissima eccezione alla regola che, a voler azzardare, potrebbe avere un buon riscontro anche in ambito internazionale. I nostri se lo meriterebbero.
Joe Victor – Night Mistakes
(2017, Bravo Dischi)
1. Disco Folk Genial
2. Superstar
3. Night Music
4. Goldenation
5. The Way Of Love
6. Charlie Brown
7. Freaks
8. Goombay Drums
9. Vanities
10. Bye Bye Eleonor