Live report di Francesca Vantaggiato
Se Peyote canta una canzone d’amore, la gente quando l’ascolta non si bagna ma piove!
Il concerto di Willie non poteva che essere una figata! Un pienone da far paura a qualsiasi agorafobico, giovanissimi affiancati da trentenni andanti, un tizio con le stampelle, alcuni quarantenni con la birra in mano. L’effetto di un sold out ai Magazzini Generali è sempre devastante, perché il locale è lungo e stretto, e ti sembra di far parte di una marea umana: occhio perché se non ti sbrighi ad entrare, resti dietro e godi solo a metà.
Un Willie Peyote in gran forma, in abito elegante, spalleggiato da un’orchestra possente. Come l’album, anche il live di Sindrome di Tôret mi ha stupito ed eccitato: le rime di Willie ti prendono, canti tutte le strofe, ti fermi a pensare a quello che stai cantando, ogni tanto ti sorprendi per quello che ascolti, torni a casa riflettendo e ridendo. E poi, con l’aggiunta dell’orchestra, Willie ha fatto un bel salto in avanti, sempre alla ricerca della novità, della sfida, del confine da superare. E di quell’effetto WOW che solo lui sa dare.
Mi ha fatto davvero piacere vedere ragazzi e ragazze giovanissimi cantare e ballare insieme a chi tanto giovanissimo non lo è più (vedi me). Mi ha dato un grande senso di partecipazione e, sinceramente, anche dell’ottimismo verso il presente e verso il mondo che mi circonda (allora non fa proprio tutto così schifo come penso!?). E se anche Willie è partito un po’ in timidezza, alla seconda canzone era già bello carico e forte della sua esperienza decennale, a cui si aggiungeva il carico dei musicisti sul palco.
Bello. Mio caro Willie, sei un tipo davvero interessante. E Peyote451 è sempre la mia preferita.
All’uscita poi ho beccato un altro tipo interessante, Marco Zitelli alias Wrongonyou, il quale si è detto dello stesso mio parere: Willie ci piace proprio.