Recensione di Gustavo Tagliaferri
Di nuovo alle prese con l’Io. L’io inteso come centro di aggregazione, lontano da intenzioni egoiste e prossimo a attirarsi gli strumenti ed accompagnatori giusti per completare un brano nella sua interezza, che sia ridotto all’osso od impreziosito da un’ensemble di qualsivoglia corrente. Volgendo nuovamente lo sguardo ad una Livorno che ribolle continuamente di vita propria, un personaggio come N_Sambo, anzi, Nico Sambo sin dal principio era chiaro che non cercasse affatto la staticità, preferendo al contrario la voglia di seguire fedelmente quel percorso che lo ha visto sviluppare composizioni di varia natura, incentrate sulla forma canzone ma tali da non risultare mai eccessivamente legate alla sua concezione primaria. Pubblicare questo Ognisogno a proprio nome e cognome lasciando da parte le iniziali pare andare di pari passo proprio con la scelta di avere al suo fianco il pianoforte come mezzo per intendere, come sopra, l’io dominante, ma è un ritorno alle origini che al contempo non lo porta ad abbandonare le sperimentazioni effettuate con soddisfazione, anzi, permette ai dieci brani presenti di vestirsi di tanti colori ed altrettante luci, in una molteplicità che non fatica a risultare in sintonia con liriche che occasionalmente hanno un che di visionario.
Pur nella sua brevità, in un disco del genere ogni canzone non risulta essere affatto fuori posto ma, concepita come è stata al momento giusto, nelle condizioni idonee ed in tutta la sua integrità, riesce nell’umile intento di inalare alitate di intimità quali Al mio risveglio, un proclama d’autore la cui fiera interpretazione, situata tra sussurrii fantasmagorici, sotto certi aspetti lo accosta stilisticamente ad un Paolo Benvegnù, ma anche ai dEUS di In a Bar, Under the sea, gli stessi che poi torneranno prepotentemente in Santa Giulia, pregna di una malinconia che a sua volta fa sentire non poco l’eco di un Francesco De Gregori, e Lo sai che…, un misto di quesiti e spigolature natìe espresso con quella nudità di fondo che vede il suo zenith, specie se non a caso felicemente coesa all’intermezzo Proprio tu, una veste da camera che presenta sfumature soul poi soffocate da ulteriori distorsioni, oppure lascia che tale intimità si estenda a macchia d’olio esplodendo nel refrain al suono di urla e lamenti incarnati da riverberi e tremolii da una parte e colpi di wah-wah dall’altra, come dimostra il soliloquio di Arrivederci mai, giungendo poi all’arringa di America isterica, che, anticipata dall’illusione di jam che, fondendo i Morphine con un mood psych-70’s dal misticismo indiano, si avverte nella breve Coincidenze, racchiude i Radiohead di In Rainbows, il mai abbastanza omaggiato rotodrumming teutonico dei Neu!, qualche dilatazione post-rock ed un ripetuto tripudio di eteree note dreamy, secondo un insegnamento che trova la sua versione specchiata, delicata ed atmosferica, eppur ulteriormente rumorosa come denotato dalla successiva chiosa, nel corso di Connessioni instabili, per poi finire, una volta portatasi appresso la strumentale Eurasia, un crescendo permeato da un retrogusto cinematografico, se non recante, nel risultante coacervo sempre più nervoso, anche una leggerezza di natura british, con La stazione, un fresco e delizioso meltin’ pot ove la narrazione scorre su un filo a sua volta sospeso tra partenze rock, bassi sfacciatamente funkeggianti, improvvisazioni free e devozioni wave, se non persino risalenti a certe composizioni firmate XTC.
Cambia la rotta, cambiano le intenzioni, ma non cambia il risultato per quel che riguarda l’operato dell’artista livornese: Ognisogno è un lavoro che si fa amare non poco e conferma quanto Nico Sambo sia un personaggio sottovalutato, eppure, intriso come è di semplicità e di curiosità al contempo nel modo di fare e di essere, meriti davvero di essere alla portata di più ascoltatori. Nella sua sfera di stile e personalità.
Nico Sambo – Ognisogno
(Cappuccino Records, 2016)
1. Coincidenze
2. America isterica
3. Arrivederci mai
4. Al mio risveglio
5. Eurasia
6. Santa Giulia
7. Connessioni instabili
8. La stazione
9. Proprio tu
10. Lo sai che…