Intervista di Gianluca Clerici
Refilla significa anche USB che diviene capsula come medicinale contro l’omologazione. Da assumere con attenzione e parsimonia, da farne un uso corretto per guarire dal male di non essere essenzialmente se stessi. Questo esordio ha del fascino Rap e R’n’B americano mescolato con gusto pop delle melodie che si muovono facilmente tra soluzioni che si ricordano. I suoni sono interessanti… tra avanguardia e classicismi, tra elettronica e pareti elettriche. Va ascoltato questo disco che intitolano “Due”: come una medaglia con il suo rovescio.. Ecco il punto di vista dei Refilla al consueto interrogatorio di Just Kids Society:
Fare musica per lavoro o per se stessi. Tutti puntiamo il dito alle seconda ma poi tutti vorremmo che diventasse anche la prima. Secondo voi qual è il confine che divide le due facce di questa medaglia?
Beh tecnicamente la risposta sta nel capire se si riesce a sopravvivere di sola musica. Chi non è figlio ‘di papà’ e deve pagare l’affitto alla fine del mese può spacciarsi musicista con il resto del mondo, ma i conti con lo specchio prima o poi vengono a galla.
Crisi del disco e crisi culturale. A chi dareste la colpa? Al pubblico, al mercato, alle radio o ai magazine?
Non è una questione di dare la colpa. La musica è un’espressione artistica della realtà da cui proviene. In quanto tale più che di crisi del disco c’è da capire se c’è una crisi di contenuti. Il disco è un supporto dove ascoltare. Poco cambia se negli anni 90 non potevi ascoltare musica se non compravi il CD mentre ora ascolti qualsiasi artista gratuitamente su internet, vedi uTube, Spotify etc. Queste sono le carte con cui si gioca nel 2018. Take it or leave it.
Secondo voi l’informazione insegue il pubblico oppure è l’informazione che cerca in qualche modo di educare il suo pubblico?
È nato prima l’uovo o la gallina? Domanda ed offerta si influenzano a vicenda nel cercare un equilibrio. Per quanto riguarda la musica, però, è chiaro che quello che ascolti dipende da quello che ti viene proposto e dalla tua volontà di cercare attivamente qualcosa di nuovo. Entrambi i punti sono molto delicati, oggi più che mai.
La musica dei Refilla scompone il rock, il pop, pennellate di Rap da centro sociale che accenna poco quel certo gusto berlinese per la musica da club sfacciatamente elettronica. Nessun riferimento forse sarebbe utile. In qualche modo si arrende al mercato oppure cerca altrove un senso? E dove?
Non scriviamo ‘per il mercato’. Scriviamo perché sentiamo la necessità di farlo e basta. Penso sia l’unica cosa che da un lato possiamo fare e dall’altro che possa interessare a chi cerca un artista nuovo da ‘condividere’. Chi ascolta capisce se quello che sente è sincero o meno. Potrà anche non riuscire a spiegarti il ‘perché’, ma alla fine riesce a catalogarlo come ‘vero’ o ‘falso’. Noi ci rivolgiamo a chi vuole condividere i nostri concetti, i nostri testi. E ovviamente anche la nostra musica.
In poche parole…di getto anzi…la prima cosa che vi viene in mente: la vera grande difficoltà di questo mestiere?
Tenere insieme i pezzi. Portare avanti un progetto musicale non è semplice. Musica, immagini, comunicazione. Poi se sei in 4 e vivi in 4 città diverse le difficoltà sono ancora più amplificate.
E se aveste modo di risolvere questo problema, pensate che basti?
Per vivere col sorriso, certo. Per godersi la musica, anche.
Finito il concerto dei REFILLA: secondo voi il fonico, per salutare il pubblico, che musica di sottofondo dovrebbe mandare?
Qualcosa che spacca tipo Prodigy o Chemical Brothers così ci possiamo buttare in mezzo alla folla a fare un po’ di macello!!!