“IL GUERRIERO HELEN”
Guardate cosa si sono inventano questi, una campagna pubblicitaria coi fiocchi. Per giorni su tutti i quotidiani e su Internet non si è parlato d’altro.
Era il 2013.
“La nuova campagna Corporate di Enel celebra la determinazione della gente comune, degli italiani che non mollano anche di fronte alle difficoltà e alle incertezze sociali ed economiche che caratterizzano il momento storico. Enel sceglie di sostenere chi affronta le proprie battaglie quotidiane con coraggio e dignità. Nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole, nei supermercati: i #GUERRIERI vengono colti nei loro momenti quotidiani perché è lì che affrontano le loro battaglie, mentre lottano per il loro presente e costruiscono il loro futuro. Ed Enel è accanto a loro, con tutta la sua energia”
Sul web, il progetto nasce con una piattaforma di storytelling guerrieri.enel.com, che coinvolgerà chi si registra in percorsi narrativi finalizzati a comporre il racconto della propria “battaglia”, che tutti poi potranno leggere sulla piattaforma stessa e condividere sui social network.
Era una trovata pubblicitaria accattivante, brillante e originale e in tanti, in maniera più o meno consapevole, hanno partecipato a questo fenomeno mediatico. Me compresa.
Incuriosita, vado a vedere di che si tratta.
La parola “guerriero” è stata scelta con cura ed è molto azzeccata. Chi non si sente un guerriero? Chi non ha una battaglia da vincere? Chi non ha subito una sconfitta? Tutti abbiamo una storia da raccontare.
La campagna è stata impostata come un gioco con regole precise che devi accettare formalmente. Ti registri con un nome di battaglia e fornisci una brevissima presentazione di te stesso, che può essere vera oppure di fantasia. Hai l’opportunità di essere chiunque.
Così, con quello che dici di te stesso e che verrà reso pubblico, puoi suscitare l’interesse di coloro che ti leggono e che potrebbero scegliere di essere tuo seguace. Oppure potrebbero decidere di combattere per diventare un guerriero più forte di te.
Dove porterà tutto questo? Per Enel è pubblicità quasi gratuita. E per gli utenti? Per chi si sente un guerriero dentro, o vorrebbe esserlo, è un’opportunità.
Ti inseriscono in un circuito dove puoi diventare un leader oppure un seguace, oppure entrambi.
La visibilità è un’arma potente, se la si riesce a gestire con freddezza. (da un tweet di Rudy Bandiera – condividi et impera).
Ogni giorno sulla piattaforma viene pubblicata una “carta”. È la tua carta e devi giocare con quella. La carta contiene una traccia su cui devi lavorare, per raccontare una storia che sia attinente al titolo.
Sembra di essere tornati a scuola. Hai pochissimo spazio (800 battute compresi spazi e punteggiatura) che ti stronca sul più bello, proprio quando stai mettendo a nudo l’anima e stai cercando di precisare meglio quello che vuoi dire con qualche aggettivo in più.
A me della competizione non me ne frega niente. Non sarò il seguace di nessuno e non voglio seguaci. E non m’interessa il premio finale: una bicicletta elettrica. A me interessa il gioco. Voglio vedere se sono capace di scrivere in modo sintetico, efficace e, se ci riesco, anche poetico.
Scelgo il mio nome di battaglia: Helen e non so perché.
Cominciamo l’esercizio.
Primo giorno. Pubblicano il mio “profilo”: IL GUERRIERO Helen.
La mia vita è cambiata quando ho capito che è l’amore che muove tutte le cose e che ha più valenza “amare” che “essere amati”.
1^ carta: IL CORAGGIO.
Ho scoperto che ero un guerriero quando ho incontrato il mio capo. Presuntuoso, arrogante, ambizioso, senza alcuna considerazione per le persone che lo circondavano. Un despota. Bravissimo a sfruttare mezzi e risorse umane, usava uno strumento particolare per il controllo delle persone: si chiama umiliazione. Avevo solo vent’anni ed ero decisa a tenergli testa. Ma non sapevo che sarebbe stata così dura. Ho subito ogni tipo di violenza, tranne quella fisica. Ho pagato sulla mia pelle con ogni possibile pressione lavorativa e psicologica. E ho pagato ancora di più ogni volta che i miei atteggiamenti e le mie ribellioni si tramutavano in ritorsioni sui colleghi. Qui ho vinto la mia prima battaglia: ho capito che coraggiosi si nasce – non è un merito – e coerenti si diventa. (783 battute)
2^ carta: LE RADICI
Mio padre era una quercia e aveva solide e lunghe e profondissime radici. Erano fatte di giornate trascorse all’aria aperta sotto il sole cocente a torso nudo, a versare sudore nella terra, a cantare a squarciagola, a fare l’amore dietro le siepi, a giocare a tre-sette con i vecchi, a sognare di andare lontano, ovunque, e tornare ricco di onori e glorie. Affondavano fino al centro della terra, dove un cuore caldo e coraggioso, pulsava e trasfondeva linfa e sangue, acqua e aria, ferro e fuoco. Assorbivano, succhiavano e alimentavano la coscienza, la consapevolezza di essere un tramite, perché tutto fosse possibile, ogni trasformazione, ogni evoluzione. Dalla terra all’aria, le radici trasportano la speranza per trasformare i sogni in certezze e i desideri in solide realtà. (783 battute)
3^ carta: IL RIMPIANTO.
Vivere senza rimpianti. Per le parole non dette, i viaggi mai intrapresi. Piccole creature mai nate, fiori mai sbocciati, melodie soffocate che avrebbero potuto cambiare la vita di molti. Un pugnale sottile conficcato in mezzo al petto, un dolore appena percettibile, ma sempre presente, ti ricorda che lì, in quel punto, c’è una piccola cella oscura, di cui non riesci a trovare la chiave. Se si potessero liberare tutti i baci e le carezze non dati, se si potesse ancora dire ti amo, se si potesse ancora chiedere scusa. Scheletri intrappolati, celati alla memoria dalla polvere del tempo perché la coscienza non li riconosca, perché il rimpianto non si confonda con il rimorso, per poter continuare a vivere senza sapere, o voler sapere, di aver lasciato scorrere la vita senza aver tentato. (795 battute)
4^ carta: LA STRADA.
Può essere un figlio, oppure un punto lontano all’orizzonte, oppure un luogo dentro di te che ti spinge per la tua strada. Può essere una promessa, un desiderio, un istinto. Oppure la rabbia. Ognuno di noi ha una ragione per fare le cose che deve fare, e trova una ragione anche per le cose che non ha fatto e che avrebbe voluto fare. Qualcuno, qualcuno sì, riesce a fare le cose che desidera fare, che nessuno si aspetta, o che nessuno condivide, o di cui nessuno comprende la ragione, quelle che fai solo per te stesso, che fanno bene alla tua anima, che ti fanno sentire vivo, libero. E ci vuole coraggio anche per questo. E forse c’è anche una ragione che prescinde dalla nostra volontà, che sta sopra di noi, fuori di noi, generata dal caso, che trasporta tutti noi e non ci dà scelta. (791 battute)
5^ carta: L’ALLEANZA.
Non sono mai stata sola. Ho avuto due potenti alleati: la parola e la fantasia. Credo nella forza della parola che considero un dono ma anche un’arma, e uno strumento. Uso questo dono per diletto, per compiacimento, per sorprendere ed impressionare quelli che mi ascoltano. Uso questa arma per difendermi, mai per attaccare. Ma la uso soprattutto come strumento di conoscenza, per esprimere ed analizzare i miei sentimenti, per confrontarmi con gli altri e crescere. Compagna amorevole e sempre presente, la fantasia ha popolato la mia vita di voci, luci, colori, sensazioni, speranze, desideri. Mi ha sostenuta in ogni circostanza, tenendomi in equilibrio sul filo della follia e mi ha permesso di vedere l’universo intero racchiuso in una stanza, dove il tempo si annulla e lo spazio è infinito. (799 battute)
6^ carta: IL SOGNO.
Perché un sogno solo? Ogni passo in avanti che fai, sposta l’orizzonte un po’ più in là. Ogni sogno realizzato oppure sfumato costituisce solo una tappa lungo la strada e quindi è necessario rincorrere un altro sogno e proseguire e arrivare a domani. Per alcuni è già un miracolo arrivare a domani. Per altri è un incubo pensare a cosa succederà domani. E se si pensasse solo a vivere? Vivere davvero, intensamente, assaporando ogni momento, con ogni suo turbamento, come fosse l’ultimo (parafrasando il grande Vasco)? Vivere, amare, sognare, avere sempre un progetto nuovo pronto nel cassetto, piccolo o grande che sia, a breve o a lungo termine, non importa. Cavalcare il tempo, attraversando fragili ponti di cristallo, sognando che un cavaliere fatto di luce e di colore ti porti via con sé. (796 battute)
A questo punto mi rendo conto che sto perdendo interesse per il gioco.
Ho anche barato un po’, servendomi qualche volta di appunti che avevo nel cassetto o di brani stralciati da poesie e racconti scritti in passato. Ma lo scopo non era stato tradito, perché le regole erano state rispettate e gli scritti erano comunque miei e inediti, quindi mi sentivo a posto con la coscienza.
Vado a verificare sul sito web la situazione dei brani pubblicati, e leggo le storie degli altri guerrieri. Mi accorgo che lo scopo comune è, per lo più, quello di ottenere un seguito, un elevato numero di followers. Raccontano storie inverosimili, oppure di ordinaria follia soltanto per suscitare interesse. Scopro che, nel frattempo, era stato aggiunto un altro premio: la possibilità di partecipare ad un talk show per raccontare dal vivo la propria storia.
Come dicevo giocandomi la terza carta, ognuno di noi ha la sua strada da percorrere.
Il mio obiettivo era stato raggiunto, avevo verificato la mia capacità di scrivere in modo estremamente sintetico e comunque incisivo, su argomenti a richiesta.
Mi sono divertita ed ero soddisfatta.
Il guerriero Helen esce di scena e scompare per sempre.