Intervista di Gianluca Clerici
L’indie-pop anni ’90 non smettere di fare proseliti. Ed ecco il secondo lavoro delle Ombre Cinesi, un duo tarantino che si appresta a dare voce e luce ad un secondo disco che per ora conosce solo la fama della rete attraverso video assai diretti al consumatore. Come questo nuovo singolo dal nome giornalisticamente improbabile e dal video che è estensione di un montaggio delle Stories di Instagram. Musica per organi vivi e ricchi di ispirazione dove la vita è l’unico suono analogico. Musica di ognuno di noi. Le consuete domande di Just Kids Society:
Fare musica per lavoro o per se stessi. Tutti puntiamo il dito alle seconda ma poi tutti vorremmo che diventasse anche la prima. Secondo voi qual è il confine che divide le due facce di questa medaglia?
Il confine è lo stesso che divide un hobby da un lavoro. Il mondo della musica giovanile (e non solo) è saturo di persone che tengono in piedi più strade della loro vita pensando che le porte della “professione musica” possano quasi aprirsi per magia, per un miracolo. Questi nella maggior parte dei casi sono i musicisti che non credono davvero di potercela fare, che non si buttano, che non rischiano nulla. Così facendo spesso restano sempre un po’ al di fuori di alcuni meccanismi e la musica che in primis si fa sempre per se stessi, fatica ad uscire dalla stanzetta. Chi ha deciso di varcare questo confine oltre che fare musica inizia a convivere con tanti aspetti professionali (burocratici, manageriali, ecc.), con tanti rischi, con una progettualità e se tutto va bene… Delle soddisfazioni. Diventa un’immersione totale: è come decidere di fare un bagno nella vasca di casa o un tuffo nel mare.
Crisi del disco e crisi culturale. A chi dareste la colpa? Al pubblico, al mercato, alle radio o ai magazine?
A chi, radicato nel vecchio marketing, non ha colto immediatamente il “nuovo” e lo ha saputo sfruttare (case discografiche, internet)
Secondo voi l’informazione insegue il pubblico oppure è l’informazione che cerca in qualche modo di educare il suo pubblico?
È importante che l’informazione arrivi con puntualità a cogliere e che quando è colta possa lasciare degli spunti di riflessione in chi legge
La musica di delle Ombre Cinesi è una bella testimonianza di nuovo sint pop italiano. In qualche modo si arrende alle pretese del mercato oppure cerca altrove un senso? E dove?
La nostra musica (parliamo dei testi in particolar modo) è costantemente alla ricerca di significato, senza perdere di vista la semplicità. Cerchiamo il senso nelle piccole cose, nella quotidianità, in ogni esperienza vissuta. Ci piace scrivere della realtà, senza troppa astrazione per intenderci. Riteniamo che la sfida sia proprio questa: essere trasparenti. Per quello che riguarda invece le atmosfere della nostra musica ci piace richiamare alcune sonorità del passato miscelandole a suoni attuali, a suoni nuovi.
In poche parole…di getto anzi…la prima cosa che vi viene in mente: la vera grande difficoltà di questo mestiere?
Bisogna avere un’enorme propensione a tutto questo, una dedizione totale. Perché la difficoltà più grande sono i periodi in cui tutto sembra fermo.
E se aveste modo di risolvere questo problema, pensi che basti?
Sì la volontà quando è ferma, ambiziosa e grande… È difficile che non aiuti a trovare delle soluzioni, nella vita in generale.
Finito il concerto delle Ombre Cinesi: secondo te il fonico, per salutare il pubblico, che musica di sottofondo dovrebbe mandare?
Potrebbero diffondere l’audio di un film porno, così tornano a casa felici (e perplessi…)