LE PAROLE DEL LUNEDÌ: SOTTO LE STELLE

“SOTTO LE STELLE”

di Luigina Baschetti

STELLE 1.1

Ricordate quella volta che scoprimmo il cielo?

Eravamo stati molto fortunati. Da anni facevamo vacanze insieme, perché eravamo amici e perché avevamo tutti figli piccoli che stavano crescendo insieme, come fratelli. Sembravamo una comune degli anni ’60, otto famiglie, non era mai facile trovare alloggi vicini per tutti in situazioni che ci consentissero di vivere a modo nostro, senza disturbare gli altri.

Quella grande casa, nel mezzo di un uliveto e vicinissima al mare era perfetta, aveva otto appartamenti dislocati tra primo e secondo piano e un grande spazio verde tutt’attorno fino al limitare degli ulivi. Sembrava costruita per noi, ci sentivamo a nostro agio come fossimo stati sempre lì.

La serata era piena di rumore e di allegria, come sempre. Sul piazzale alcuni di noi preparavano i tavoli per la cena prelevandoli dall’interno delle case e disponendoli uno accanto all’altro per formare un’unica grande tavolata. Altri trasportavano le sedie e altri ancora le stoviglie, le bevande e il pane.

Le porte degli appartamenti, che affacciavano tutti sul piazzale, erano ovviamente aperte, per agevolare le operazioni di trasporto degli oggetti, ma anche perché nessuno sentiva il bisogno di chiuderle, e all’interno si vedevano le donne intente a preparare la cena.

I bambini erano dovunque e correvano continuamente avanti e indietro inseguendo una palla o giocando a nascondino.

Seduti sulle scale che portavano al piano superiore dell’edificio, i due artisti del gruppo provavano le canzoni che avrebbero suonato e cantato più tardi, dopo la cena, per concludere la serata.

Tutto questo tra grida, risate, scherzi e il buonumore di sempre.

Ripensandoci ora, mi sembra di essere seduta là in fondo, oltre il piazzale, al buio, sotto gli ulivi, dove i bambini avevano costruito una capanna per i loro giochi, e di osservare la casa e i suoi abitanti come fossero su un palcoscenico, sul quale ognuno di noi viveva e recitava la propria parte.

Era una scena perfetta che in qualche momento quasi assumeva i toni di un rituale, che si ripeteva ormai tutte le sere senza imprevisti o sorprese. Ma quella sera accadde qualcosa.

D’improvviso mancò la corrente elettrica e ci ritrovammo nel buio più assoluto.

Dopo il primo attimo di smarrimento e il grido di disappunto generale, ci guardammo intorno: non era completamente buio. Forse per la prima volta, scoprimmo il cielo.

Per un po’ nessuno parlò, lo spettacolo ci lasciò senza fiato.

Io non avevo mai visto tante stelle tutte insieme, così fitte che sembravano urtarsi tra loro, così luminose che ci consentirono, non appena i nostri occhi si abituarono a quella insolita situazione, di muoverci tranquillamente distinguendo tutto ciò che ci circondava.

Ci scambiammo commenti sulla meraviglia di quel firmamento e ognuno di noi espresse come meglio poteva l’emozione che provava. Nessuno pensò di prendere delle candele o delle torce, nessuno voleva rompere quell’incantesimo.

Nell’attesa che la corrente elettrica tornasse, alcuni di noi si sedettero in terra a chiacchierare, altri decisero di fare una passeggiata romantica verso la spiaggia e i bambini ripresero a giocare. Ma le voci erano sommesse e i movimenti lenti e misurati. Sembrava che tutti avessero paura di disturbare o di sciupare qualcosa.

Mentre si parlava, camminava, giocava, fumava o cantava, io so che ognuno di noi guardava dentro di sé e ascoltava il battito del proprio cuore.

Chi crede in Dio, deve averlo visto quella sera.

(Cefalonia 1988)

STELLE 1.2

UN GIORNO, INASPETTATAMENTE
(Una canzone per mio figlio)

Sentirai
il sangue che si scioglie per amore,
il cuore che si spezza dal dolore,
il desiderio sotto la tua pelle.

Saprai
che esiste il mondo intorno a te
e forse te ne andrai
a cercare la verità
a condividere l’amore
a scoprire d’esser solo
e a ritrovarti dentro.

Ricorderai
un brutto sogno che ora non c’è più
la voglia e la paura di diventare grande
gli errori che ti hanno fatto crescere
e quelli che non si possono cancellare.

Ma anche
i baci e le carezze di tua madre
e le giornate con le campane in festa.

Ti perderai
nel labirinto dei dubbi,
dei rimorsi e dei rimpianti
e ti ritroverai
nella certezza di aver vissuto.

STELLE 1.3

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