Intervista di Gianluca Clerici
Abbandoniamo i cliché della televisione e dei talent. Oltrepassiamo la staccionata e godiamoci la vera musica di Fabio Curto. Non perché sia stata finta fino ad ora ma sicuramente perché ad ora raggiunge una maturità elevata, scevra di maschere e di belle scene televisive. Ora si è davvero liberi di essere e questo disco “Rive, Volume 1” lo dimostra a pieno coniugando ed elaborando il blues e il funky americano in una chiave non solo nostrana ma anche sfruttando il nuovo pop digitale e restando attuale sempre. Un bellissimo disco che non si adagia sugli allori ma dimostra carattere. Le consuete domande di Just Kids Society:
Fare musica per lavoro o per se stessi. Tutti puntiamo il dito alle seconda ma poi tutti vorremmo che diventasse anche la prima. Secondo te qual è il confine che divide le due facce di questa medaglia?
Fare musica per se stessi e la base di partenza di tutto, fare musica per lavoro è poi una necessità visto che le canzoni possono salvare la vita ma indubbiamente non sanno cucinare e non hanno un iban collegato al proprietario di casa ogni mese 😁 penso che si possa trovare un giusto livello di soddisfazione tra fare qualcosa per se stessi e renderlo accessibile anche agli altri senza perdere integrità; non è sempre facile ma è anche una sfida.
Crisi del disco e crisi culturale. A chi daresti la colpa? Al pubblico, al mercato, alle radio o ai magazine?
Senza dubbio crisi culturale, c’è molta mescolanza pericolosa tra canzoni che provengono dal cuore e canzoni che fanno finta di essere tali. Il mercato si è allargato tantissimo e il disco fisico naturalmente ha sempre meno spazio in questo mondo digitale, questo mi sembra un normale decorso delle cose non ci trovo niente di tragico. Quello che mi spaventa un po’ è l’uso molto meno romantico che si fa della musica, l’uso occasionale e circoscritto che giustifica una canzonetta e non fa le dovute differenze con una canzone di spessore. Questo crea confusione e giustifica numeri incredibili di cui noi tutti un po’ ci vergogniamo ma di cui poco ci sentiamo responsabili. Non so io penso sempre che abbiamo ciò che ci meritiamo e poi stiamo parlando di mainstream, nell’underground c’è sempre bella musica e i dischi a fine concerto si vendono come prima.
Secondo te l’informazione insegue il pubblico oppure è l’informazione che cerca in qualche modo di educare il suo pubblico?
Credo che forse sia l’informazione in qualche modo ad educare il pubblico perché lo persuade di risultati che sembrano a tutti gli effetti un dato di fatto ed il pubblico spesso reagisce per imitazione avendo poco tempo da dedicare a un certo tipo di informazione per via della vera e propria tempesta di informazioni che viviamo ogni giorno. Fermo restando che chi sa cercare e cosa cercare trova sempre ciò che vuole.
Fabio Curto spolvera il blues nero dell’anima, quell’esserci di pancia dentro cliché di grandissime scuole. In qualche modo si arrende al mercato oppure cerca altrove un senso? E dove?
Sì in un certo senso ho applicato nozioni che ho acquisito in tutta una vita di ascolti e di strumenti suonati per cui è facile trovare dei riferimenti ma altrettanto facile spero trovare dei punti di originalità.Non cerco la mia strada altrove sebbene mi piacerebbe passare parte del mio tempo suonando all’estero ed effettivamente lo sto già facendo. Tuttavia mi piacerebbe avere il mio pubblico in Italia e spero di farcela.
In poche parole…di getto anzi…la prima cosa che ti viene in mente: la vera grande difficoltà di questo mestiere?
Non la mancanza di meritocrazia e non le raccomandazioni…è roba clvecchia….la fragilità che è dentro ogni artista è il grosso ordigno da maneggiare con cura.. Essere nella musica vuol dire essere a nudo ed essere sempre pronti ad essere giudicati completamente nudi…non penso faccia piacere a nessuno.
E se avessi modo di risolvere questo problema, pensi che basti?
Se si risolvesse non avremmo più canzoni che parlano di noi e di quello che non si può dire con le sole parole, sarebbe la morte della musica.
Finito il concerto di Tommaso Talarico: secondo te il fonico, per salutare il pubblico, che musica di sottofondo dovrebbe mandare?
Elettro swing