Intervista di Gianluca Clerici
Eccolo il secondo capitolo della bella carriera di questo giovane cantautore. Diego Esposito, che ormai si firma solo ESPOSITO. Si intitola “Biciclette rubate” questo nuovo lavoro che esce per luvo di iCompany. Un disco che davvero suona bene, ci piace, equilibrato e molto gustoso. La sua voce ormai si fa riconoscibile, sicura, intonata e dal forte carattere con quel quid appena graffiato che arricchisce l’espressione. E poi la nuova casa discografica, dicevamo, le nuove impressioni di vita, il solito modo di saper giocare con le parole, restando semplice e popolare… ma mai banale. La bella canzone pop d’autore, quella che farà sempre bene all’ascolto. Torniamo a parlare con lui nella nostra rubrica di Just Kids Society:
Fare musica per lavoro o per se stessi. Tutti puntiamo il dito alle seconda ma poi tutti vorremmo che diventasse anche la prima. Secondo te qual è il confine che divide le due facce di questa medaglia?
È difficile, bisogna cercare di essere sempre onesti con se stessi, ho avuto molta ansia per questo motivo durante la produzione di questo disco, poi alla fine forse erano paranoie, se si dice quello che si ha da dire va sempre bene.
Crisi del disco e crisi culturale. A chi daresti la colpa? Al pubblico, al mercato, alle radio o ai magazine?
Crisi globale, non mi piace dare colpe. La musica ormai è un qualcosa di immateriale, ai ragazzi di oggi questo piace, sui portali digitali c’è tutta la musica che esiste e ne esce sempre di nuova. Quindi siamo portati a cercare sempre altro, è per questo che i dischi perdono di valore e durano poco, si è perso un po’ il valore delle cose.
Secondo te l’informazione insegue il pubblico oppure è l’informazione che cerca in qualche modo di educare il suo pubblico?
L’informazione cerca di educare il suo pubblico, poi esistono fenomeni ai quali è impossibile rimanere indifferenti e quindi ci si comporta di conseguenza.
Esposito torna con un disco che conferma quanto aveva dimostrato di saper fare. Un pop d’autore come si deve, leggero, pulito, gustoso e dal peso lirico non indifferente. In qualche modo si arrende al mercato oppure cerca altrove un senso? E dove?
È una risposta che non so darti, ho scritto quello che sentivo in quel momento, con la speranza che qualcuno ci si ritrovasse, non ho pensato al mercato, non cerco un senso, sono una bicicletta rubata 🙂
In poche parole…di getto anzi…la prima cosa che ti viene in mente: la vera grande difficoltà di questo mestiere?
Essere costanti e alcune volte trovare la motivazione per continuare nonostante tutte le difficoltà che incontri durante il percorso.
E se avessi modo di risolvere questo problema, pensi che basti?
Spesso il nostro nemico siamo noi stessi, quindi quando risolvi un problema poi magari te ne crei un altro, altrimenti come facciamo a scrivere le canzoni?
Finito il concerto di Diego Esposito: secondo te il fonico, per salutare il pubblico, che musica di sottofondo dovrebbe mandare?
Ci sarebbero un sacco di brani che mi piacerebbe mettere come sottofondo, ma in questo momento ti dico “ Felicità” di Lucio Dalla.