#JUSTKIDSREADING: INTERVISTA a Maurizio Agostini, autore del romanzo “La Terra canta in Do”. L’arma segreta di Guglielmo Marconi

Maurizio Agostini è nato e vive a Bologna, città che ha ispirato profondamente la scrittura dei suoi due romanzi: “Aelia Laelia Crispis – L’enigma della Pietra” (Edizioni Pendragon, 2011) e “La Terra canta in Do – L’arma segreta di Guglielmo Marconi” (Self-publishing, 2019). In entrambe le opere gli “investigatori per caso” Marcello e Francesca si ritrovano coinvolti in misteri più grandi di loro che, alla fine, riescono in qualche modo a districare. 

«Di cosa parla il suo nuovo romanzo La Terra canta in Do. L’arma segreta di Guglielmo Marconi?».

I miei libri accoppiano una trama di fantasia a un base storico-scientifica accuratamente documentata. Nella fiction i miei due ‘investigatori per caso’ si ritrovano a supportare Eleonora, una lontana discendente di Guglielmo Marconi, nello svelare il segreto del Raggio della Morte, la sua ultima invenzione. Il problema è che il Raggio della Morte è esistito davvero e le prove sono incontrovertibili. E anche la figura di Marconi si scopre essere stata ben diversa dallo stereotipo che abbiamo in mente. Gli avvenimenti storici e scientifici realmente accaduti, e raccontanti nel libro, sono così incredibili che è stato necessario documentarli in un’appendice storico-scientifica, altrimenti sembrerebbero anch’essi pura invenzione.

«A cosa si riferisce la parte del titolo del romanzo che recita: La Terra canta in Do?».

Marconi era un grande pianista e tutta la sua scienza nasce da stupefacenti intuizioni musicali. La radio e i telefonini si fondano sul famoso brevetto 7777, che li mette in ‘sintonia’ o, come diceva Marconi, li ‘accorda’. Il Raggio della Morte non fa eccezione. Si tratta di un’arma che si fonda sulla Musica, nel senso più ampio del termine.

«Quali sono i motivi che l’hanno spinta a scrivere il suo ultimo romanzo?».

Nella sua città natale, Bologna, Guglielmo Marconi è quasi totalmente ignorato. Nel dopoguerra, la rossa Bologna non lo amava perché Marconi era stato fascista ma forse i motivi di questo odio-amore-indifferenza sono più profondi.  È quindi ora dedicargli un libro che lo restituisca nella sua giusta luce e si tratta di una luce assai particolare. Guglielmo è molto diverso dalla sua immagine ufficiale, sia nella vita privata sia nella sua produzione scientifica. Egli è un vero ‘mistero’.

Un amico di mio padre, Don Giovanni Marchi, rettore della basilica di San Luca negli anni ‘70, era il nipote di Antonio Marchi, il factotum della famiglia Marconi. Da ragazzo quindi ebbi accesso a qualche racconto di prima mano su di lui. In primo luogo Guglielmo non era veramente italiano e già questo lo sanno in pochi. Sua madre era irlandese, della famiglia Jameson, proprietaria della grande fabbrica di whiskey. Nella sua giovinezza Guglielmo parlava solo dialetto bolognese e inglese. In italiano si esprimeva malamente perché non andava a scuola, preferendo sua madre impartigli una educazione con maestri privati, da brava nobildonna anglosassone.  

Non inventò affatto la radio, che non amava, ma la comunicazione bidirezionale senza fili, i telefonini. E non fu certo un caso se la sua ultima invenzione, il Raggio della Morte, avrebbe potuto cambiare il mondo, oltre che l’esito della guerra. Quando mi sono casualmente capitati in mano dei documenti dimenticati dai più, come l’ultima intervista di Mussolini e la testimonianza di Rachele, ho deciso di indagare a fondo. Infatti la trama del romanzo non l’ho scritta io, l’hanno scritta gli avvenimenti. Il titolo, invece, l’ho scritto io ma alla fine, quando tutto era successo.

«Sono tanti i personaggi presenti nel romanzo La Terra canta in Do. L’arma segreta di Guglielmo Marconi. Qual è il personaggio che ha più amato caratterizzare, e qual è invece quello che sente più vicino a lei e al quale ha donato una prospettiva più personale?».

Forse il personaggio che amo di più è il vecchio prete, Don Vittorio, che era presente anche nel mio primo libro. È un vecchio saggio disincantato che ne ha viste tante e che assomiglia molto a un gesuita che ho conosciuto in gioventù. Loro sanno tutto ma non te lo dicono. O forse fanno solo finta. Il personaggio più simile a me è ovviamente il protagonista, Marcello. Non tanto nelle cose in sé ma nel modo in cui le guarda, nel Point of View, il punto di vista.

«Per il suo romanzo La Terra canta in Do. L’arma segreta di Guglielmo Marconi ha dovuto fare riferimento a molte fonti documentarie e impegnarsi in diverse ricerche. Qual è la scoperta che l’ha più emozionata, e che ha inciso più profondamente nella stesura della sua opera?».

Più avanzavo nelle mie ricerche più scoprivo cose bizzarre che sembravano collegarsi automaticamente. Nella mia esplorazione nella casa di Marconi a Levanto sono rimasto stupefatto dalla lapide che era sulla porta, che riporto fedelmente in un disegno, ma anche di quello che vi ho trovato. Reperti assurdi, come biciclette, giornali tedeschi, libri di matematica… Tuttora non so perché fossero lì.  Ma la cose più stupefacenti sono le scoperte letterarie: l’ultima intervista di Mussolini e la testimonianza di Rachele, il libro catacombale di due finanzieri che sostengono che fu sì un Marconi a inventare il Raggio della Morte, ma un omonimo, un finanziere. E la stranissima epopea di Pelizza che riscoprì il raggio su un progetto, a suo dire, di Majorana, che non era morto nel 1938 ma si era ritirato in un convento.

Tutto collegato, tutto offertomi su un piatto d’argento per farmi scrivere il romanzo.

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«Quali sono le opere e gli autori che hanno influenzato il suo percorso di scrittore?».

I miei autori di riferimento vengono da lontano. I primi che mi vengono in mente sono Aldous Huxley e George Orwell, due geni assoluti che erano però anche molto bene informati su quello che sarebbe accaduto nel futuro. Un romanzo, per me, non può essere solo fiction ma deve contenere un qualche riferimento a fatti storici o scientifici. Belli quindi i romanzi storici ma anche i fantascientifici, come quelli del catastrofista James Ballard o di Ray Bradbury.

Da un punto di vista tecnico però credo che il modo di scrivere migliore, nel senso di più attuale, più godibile per la lingua di oggi, sia quello di Georges Simenon. Così semplice e così difficile da imitare.

«La Terra canta in Do. L’arma segreta di Guglielmo Marconi è il secondo volume di una serie iniziata con Aelia Laelia Crispis – L’enigma della Pietra. Sta scrivendo un altro romanzo in cui ritroveremo ancora una volta i protagonisti Marcello e Francesca? Può darci qualche anticipazione?».

Sì, la serie continua. Il prossimo mistero in cui saranno coinvolti Marcello e Francesca sarà di tipo finanziario. Non tutti sanno che Gesù si arrabbiò una volta sola nella sua vita, quando scacciò i ‘mercanti’ dal Tempio. E lì firmò, consapevolmente, la sua condanna a morte.

Ma il potere di quei signori era, ed è, così grande che si sono potuti permettere di cambiare addirittura la traduzione dei Vangeli. Non erano ‘mercanti’ quelli che stazionavano davanti al Tempio, erano banchieri. 

Essi truffavano i pellegrini obbligandoli a cambiare le loro monete (di alto valore) nella moneta, con molto meno valore intrinseco, con cui si dovevano fare le offerte.

Nel terzo libro Marcello sarà tentato di trasformarsi in un truffatore e sarà tentato proprio dalla sua Francesca.  

Titolo: La Terra canta in Do. L’arma segreta di Guglielmo Marconi
Autore: Maurizio Agostini
Genere: Thriller storico-scientifico
Casa Editrice: Self-publishing
Pagine: 428
Prezzo: 15,00 €

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