Intervista di Gianluca Clerici
Ascoltiamo con grande stupore e gusto il nuovissimo lavoro personale di Roberto Zanetti, ovvero SAVAGE. I più nostalgici ricorderanno quel disco, “Tonight” del 1985. Attorno ed oltre, una grande carriera fatta di produzioni, scritture e collaborazioni con grandissimi della scena pop italiana e internazionale. Il suono new wave, la disco e la dance anni ’80 oggi tornano firmate da una delle più grandi firme del genere. “Love and Rain” pubblicato dalla DWA Records lo scorso febbraio è già icona di un grande periodo italiano… ma è icona di oggi, con scritture inedite ed una scrittura ed un suono di grandissimo livello. Tanto di cappello a questo ritorno… Savage…
Torna Savage. E fino ad ora dov’eri stato? Insomma la tua carriera è davvero grande…
Alla fine degli anni 80 la musica pop stava cambiando, per rimanere fedele al mio sound elettronico ho preferito fermarmi come cantante ed ho continuato come produttore scrivendo e producendo un sacco di successi mondiali. Soltanto nel 2005 sono tornato ad esibirmi in uno spettacolo allo stadio Olimpico di Mosca con 25 mila persone. E’ stato un successo così grande che mi ha spinto a tornare ad esibirmi in spettacoli in Polonia, Russia, USA, Canada, Messico, Paesi Baltici…Da lì è poi nata la voglia di realizzare un nuovo progetto.
Torna Savage con un disco nebuloso e al tempo stesso pieno di sole. Quanta attualità c’è?
Intanto la maggior parte delle canzoni parla d’Amore e quindi attualissimo nel modo di raccontare le storie e i problemi legati all’Amore, quello vero con la A maiuscola. Poi c’è anche un brano (where is the freedom) che tocca il problema del mondo che oggi stiamo letteralmente distruggendo, lanciando un messaggio di speranza, “we are the future” il futuro siamo noi, è nelle nostre mani.
Il suono sintetizzato… in tutto questo cosa c’è di “vero”? Come a dire… cosa c’è di analogico?
Anche i sintetizzatori sono “veri” sono macchine che creano suoni che senza di loro non esisterebbero.Poi in un sacco di canzoni ho usato Archi veri e tante voci.Non sono riuscito ad usare chitarre…non ne sentivo il bisogno.
La new wave e l’elettropop italiano, da Garbo a Savage sembra essere stato un poco dimenticato in questi anni… ma sembra anche che in qualche modo stia tornando o sbaglio?
Nella musica di oggi sento tantissime idee e suoni presi dagli anni 80, si può tranquillamente dire che gli 80 sono tornati di moda…Billie Eilish è l’esempio, ha un successo incredibile e ha un sound veramente anni 80, anche nella voce. Usa il vocoder, uno strumento Elettro per anni dimenticato.
La scena indie, parlo delle nuove proposte, ci sembra che sia sempre un continuo rimescolare le carte del passato, per copiare più che per interpretare. Cosa ne pensi?
Penso che creare qualcosa di nuovo oggi sia quasi impossibile. I ragazzi si ispirano ai grandi del passato perché solo le canzoni del passato riescono a durare per anni e anni. Nei vari X Factor / Amici ho visto un sacco di artisti bravissimi che poi vengono gestiti da “tutor” di dubbia qualità. Mi meraviglia che uno come Agnelli faccia da insegnante a degli allievi che avrebbero molto da insegnare a lui. Sono sicuro che se i ragazzi venissero lasciati soli verrebbe fuori qualcosa di nuovo, sicuramente ispirato al passato, ma almeno non filtrato da persone incompetenti.
A chiudere: il futuro del tuo suono come lo vedi?
Ho avuto la fortuna di vivere gli anni 80, il periodo musicalmente più valido di sempre, voglio continuare così e i miei fan vogliono questo. Non mi interessa seguire le mode e neanche rincorrere le classifiche.Quando facevo il produttore prendevo il sound del momento e lo vestivo con le mie canzoni. Ho lanciato diverse mode e venduto milioni di dischi.Ho fatto il rap, il pop…La prima canzone che ho scritto in italiano è stata wwwmipiacitu dei Gazosa, la seconda Baila Morena di Zucchero…Se volessi fare un album “trap” sarebbe facilissimo, ma per me è essenziale fare quello che sento, e quello che sento è l’Elettropop degli anni ’80!