Recensione: Animas – Beppe Dettori & Raoul Moretti

Tantissime, anzi, troppe le cose che potremmo dire lasciandoci ispirare da questo disco e dai suoni che lo rendono unico sotto vari aspetti.

Parliamo di ricerca e di libertà della forma e dell’espressione, parliamo di saper dialogare in forma pop ma anche di oltrepassare ogni concetto utile alle mode e alle convenienze giornalistiche.

E poi, chi se lo immaginava che in questa celebrazione dell’anima e dell’uomo dove regna la Sardegna, un suono antico e le belle fatture elettroniche, arrivasse anche la traduzione di un celebre brano come Fourteen black paintings di Peter Gabriel, brano del 92 che campeggia dentro un disco come Us!!! Qui diventa Battordichi Pinturas Nieddhas, scrittura che incontra anche la collaborazione di Lorenzo Pierobon, i suoni di Massimo Cossu e Federico Canu e per finire i Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu. Brano che ospita tre lingue: l’italiano, il sardo e l’inglese.

Parliamo di Animas, nuovo disco di Beppe Dettori e Raoul Moretti, parliamo di un bel viaggio decisamente onirico in cui c’è anche il latino, ci sono i suoni destrutturati, ci sono i richiami alla mitologia e le sospese visioni per variare il tema portante… ci sono collaborazioni a non finire che sfociano anche su nomi ampiamente conosciuti come Paolo Fresu, Franco Mussida, Davide Van De Sfroos, Gavino Murgia e tanti altri… ci sono le semplicità di ballad come Sardus Pater ma anche sfoghi lirici come Eziopatogenesi, ci sono gli spoken world non propriamente detti e le psichedelico acide di Cose dell’anima… ci sono i cori che arrivano da chiese medievali come dentro Anime confuse… torna la distopia, torna prepotente la parola anima, torna la pandemia… resta la salvezza e un grande messaggio di forza e di speranza.

Disco capolavoro per il duo Dettori e Moretti che dopo tanti esperimenti lirici e sonori, forse ora più di prima, hanno raggiunto una quadra dalle forme decisamente sghembe e affascinanti. La musica…

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