Per la rubrica Las nenas entrevistan incontriamo il cantautore Yosef Salvo
Ciao Yosef, ci presentiamo: siamo Elena & Stefy, Las Nenas di Just Kids Magazine. Per noi è un grande piacere intervistarti e così venire a conoscenza di molte curiosità sulla tua storia e sulla tua musica.
Sei un cantante, musicista e compositore italiano, ma ti sei trasferito da alcuni anni in Cile. Di preciso da quando? Ci racconti come è avvenuta questa decisione? C’è stata qualche influenza in ambito musicale che ti ha spinto a trasferirti?
Ciao ragazze, un piacere enorme anche per me, sono molto felice di rispondere alle vostre domande e approfitto per ringraziarvi in anticipo per la vostra cortesia e amabilità.
Vivo in Chile da ormai 12 anni e il motivo è molto semplice: ho conosciuto una ragazza cilena durante la mia permanenza a Bologna e con lei abbiamo deciso di trasferirci dalle sue parti. Forse solo per spirito d’avventura o forse solo per inseguire il sogno americano…comunque eccomi qua!
Hai iniziato a fare musica a 12 anni circa. Da cosa hai iniziato in particolare? Scrivendo testi, suonando la chitarra o cantando?
Ho iniziato strimpellando la tastiera e l’impulso immediato era quello di inventare melodie e comporre testi. Scrivere delle canzoni, insomma, per quanto semplici potessero essere a quell’età! Poco dopo, mi sono innamorato della chitarra e quindi ho continuato questo lavoro di ricerca artistica con la compagnia di questo meraviglioso strumento.
Hai partecipato a diverse manifestazioni in Italia quando vivevi nel nostro paese come il Premio Battisti, Accademia di Sanremo e Big Del Domani. Sono stati un tuo trampolino di lancio? O qual è l’evento che lo è stato?
Sono state delle esperienze incredibili che mi hanno dato la forza e la voglia di avvicinarmi sempre di più al mondo della musica, ma in realtà sto ancora cercando l’evento che possa funzionare da vero trampolino di lancio per la mia carriera musicale e che possa far conoscere il mio lavoro al mondo. Chissà che non sia qui da qualche parte in America Latina!
Noi ti abbiamo conosciuto con il singolo Valentina e ci è piaciuto sin da subito. Come nasce questa canzone? Chi è Valentina?
Questa canzone è nata spontaneamente e l’ho composta quasi tutta d’un fiato guardando negli occhi di mia figlia…Valentina. La vedevo giocare nel cortile di casa attraverso una vetrata e in un momento ho immaginato questa musa senza spazio e tempo simbolo di un amore puro e delicato.
Prisioneros del mundo dentro la ciudad è una frase presa dal tuo brano intitolato Sociedad Capital. Quando hai scritto questa canzone? Cosa ti ha ispirato? Il tema della canzone è un argomento molto particolare e parla della tua visione della società attuale. Raccontaci…
Era da tempo che avevo questa idea in mente, ma ho finito di comporla proprio nel periodo delle contestazioni sociali esplose in Cile. Volevo scrivere una canzone che fosse con poche parole lo specchio della nostra società e dell’impeto capitalista che ci assale: dell’indifferenza che ne deriva e di questo nostro costante allontanarci dai bisogni veri. Credo sia importante rappresentare la realtà storica in cui si vive con sincerità e spontaneità per conferire a un’opera credibilità artistica.
Hai pubblicato i tuoi singoli prevalentemente in spagnolo e solo la versione di Valentina in italiano. Cos’è che ti ha fatto innamorare di questa lingua? Oppure cantare in spagnolo è una scelta dettata dal fatto che vorresti emergere nel mondo musicale sudamericano?
Questa è stata una scelta dell’etichetta discografia con cui sto distribuendo la mia musica. Vi voglio svelare un segreto: il disco esiste anche in versione italiana, ma si è ritenuto poco opportuno pubblicare la versione italiana dei singoli senza una adeguata strategia di distribuzione sul territorio. Ma chissà che presto non ci si lavori. Sapete, l’Italia è sempre nel mio cuore e tutte le mie composizioni contemplano la doppia lingua italiano – spagnolo.
Oggi è in tendenza il reggaeton. Su Spotify, gli artisti più ascoltati a livello mondiale sono principalmente cantanti di questo genere: da J Balvin, Bad Bunny a Karol G. Molto spesso quando ci si riferisce alla musica latina si pensa sempre al reggaeton o al genere da ballo come la bachata. Tu appartieni invece al genere pop rock alternativo e noi ti abbiamo voluto intervistare per far sapere che non esiste solo il reggaeton, ma la musica sudamericana comprende vari generi tra cui il tuo. Cos’è che ti ha fatto amare questo genere? Ci sono degli artisti sudamericani a cui ti ispiri?
Mi sono innamorato di questo genere in un primo momento grazie al pop rock italiano, da bambino amavo Battisti, Mina, Battiato, Zucchero e molto altro ancora, e poi da ragazzo l’incontro con i Pink Floyd, i Doors, i Queen. Senza dubbio, sono molti anche gli artisti sudamericani che ammiro e a cui mi ispiro, mi piace molto Mercedes Sosa, Silvio Rodriguez, Violeta Parra e potrei continuare per delle ore menzionandoti artisti che sono più che validi.
Non mi interessa seguire mode o generi del momento alla ricerca del successo, cerco di essere onesto sia artisticamente che intellettualmente e sono alla continua ricerca di una musica universale che parli di tutti noi nel luogo in cui tutti noi siamo: il mondo!
Consiglieresti ad un musicista italiano di trasferirsi in Cile? Rispetto l’Italia quali sono i principali vantaggi e svantaggi sempre riferito all’ambito musicale?
Perché no, io l´ho fatto! Vantaggi e svantaggi dipendono da molte circostanze e ognuno di noi dovrebbe valutare le proprie. Forse non è tanto importante il luogo in cui ci si trova, ma è più importante perseverare e cercare di aprirsi il cammino alla ricerca di reali opportunità. Come si dice da queste parti: chi non si bagna non attraversa il fiume.
Quanto la musica italiana è conosciuta in Cile?
Anche in questo caso la risposta è relativa, ci sono dei cantanti del passato molto amati ed apprezzati e che ancora si ascoltano in giro e per le radio, come Umberto Tozzi, Cocciante o Nicola di Bari. Certamente molta altra eccellente musica non si conosce affatto. Comunque, i soliti personaggi iconici che rappresentano la musica italiana nel mondo sono sempre apprezzatissimi: Bocelli, Grignani, Ramazzotti, Pausini.
È da poco uscito il tuo primo album. Ci parli di come è nato? Con chi hai collaborato per la sua realizzazione?
Ho scritto moltissime canzoni a questo punto della mia vita e per un motivo o un altro ancora non avevo potuto realizzare un disco come avrei voluto. Questo primo disco è nato dall’esigenza di mettere ordine alla mia vita artistica, dall’esigenza di creare un percorso professionale fatto di musica. Considera che il disco non è uscito del tutto ancora, ma sta uscendo, perché mancano altre tre bellissime canzoni che presto vedranno la luce.
Io ho composto musiche e i testi ma è stato fondamentale l’apporto di uno staff di professionisti incredibili: il produttore musicale Camilo Artigas ha arrangiato tutti i brani del disco, Agusto Errazuriz ha suonato gran parte delle chitarre, Juan Jarpa y Daniel Ruiz Assistenti ingegneri e Francisco Holzman al mastering.
Dopo l’uscita dell’album, hai un altro progetto importante nel cassetto o in preparazione?
Questa era un’altra sorpresa ma ti voglio raccontare che… sì! Ho già concluso la produzione di un secondo disco che avrà un carattere un poco più latino rispetto al primo e che registreremo durante i prossimi mesi, quindi ci sono moltissime novità in arrivo.
Come descriveresti la tua musica in poche parole?
La mia musica è:
la mia anima, i miei pensieri e i miei sogni,
è le mie paure le mie ansie e i miei segreti,
semplicemente io sono la mia musica e la mia musica è me.
Contatti:
Molta profondità discorsiva nella intervista e nei testi
Auguri sentiti
Profondità discorsiva nell’intervista e nei testi .
Le nostre Nenas (Elena e Stefania) hanno gran gusto e passione, sia nello scegliere le persone da intervistare, sia nelle domande!