Illustrazione di Eliana Guarino
Monologo teatrale di Michele Crestacci e Alessandro Brucioni
“È il 7 dicembre di un freddissimo inverno,
corre l’anno 1863: l’Italia è unita, finalmente!!
Tutti uniti, un unico popolo […]
Tutti italiani, un’unica nazione, un’unica voce
e Livorno, il porto Franco, la città modello voluta dai Medici, svanisce nell’anonimato […]
In un palazzo, in una casa, in una stanza su di un letto c’è una donna, Emilia, ha gli occhi fuori dalle orbite, dalla finestra sulla chiostra, il profumo del pane appena sfornato, sotto […] Domenico che stava impastando si fermò, sentì un urlo squarciare il soffitto, prese le scale, le salì due a due, spalancò la porta e vide sua moglie Emilia, sfinita. Prese il bambino, sorrise, il bambino lo fissava: aveva un frac a coda di rondine, la camicia, un papillon, con scarpe nere e lucide, un folto ciuffo ribelle sulla testa e nella mano destra una bacchetta. Domenico lo baciò, gli lasciò un piccolo sbuffo di farina sul naso e lo ripassò alla moglie […]”
Nell’illustrazione
Pietro Mascagni che suona un ultimo concerto in Terrazza Mascagni davanti ai suoi genitori, Emilia e Domenico.