POESIA: I notturnali di D.E. Iannace – Ballerina notturna

Poesia di Davide Emanuele Iannace

Ballerina notturna

E quando la notte ti fissa,

tu cosa guardi invece?

Stelle pallide che

diventano luci soffuse

in città che sembrano

dimenticarsi anche

di essere esistite.

 

Sono soffuse le luci

come in teatri dove

danzatrici volteggiano

secondo melodie distanti

e tutto è di nuovo vicino

tra i movimenti e i fiocchi,

tra i salti e i volteggi.

 

Improvvisamente sei

la notte stessa, tu

sempre persa ma sempre

su una via che anche

se non conosci sembra

essere tua come

le porte dei pub

e i tavoli di vinerie

dove baci e abbracci furono

scambiati per i vari bacchi.

 

E sembra tutto

così immerso dentro

le eternità di venti

di Ghibli e di Levanti

che portano respiri e sospiri

per poi assopirsi tra

i faggi sotto i balconi.

E non si comprende dove

si siano persi i profumi

delle estati e delle primavere

che si son trasformate in

autunni infreddoliti.

 

Poi bastano solo

le note scarse di

pochi violini al bordo

delle vie sotto colonne bianche

e poi un ultimo passo,

prima di un ultimo ballo,

prima di un ultimo bacio,

prima di un ultimo libro,

per poi guardare le stelle

e pensare a costellazioni divenute

divinità ed eroi,

a pensare a lune senza follia,

tutta sulla Terra.

 

E si sorride al sentiero,

ovunque porti,

anche se si è ancora

tra gli ultimi tavoli

e i bicchieri sembrano sempre

pieni. Li si svuoterà,

poco alla volta, mentre

cresceranno le rose e anche

le ombre sotto gli occhi,

e i sospiri e i sorrisi,

e il tempo diventerà orologio,

ci si godrà il passare lento

di mille pleniluni,

piacevoli certezze di

una storia da amare.

Ph. Kazuo Ota – Unsplash

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