Direzione Strasburgo
Eccomi qui, sono Baptiste, un francese innamorato dall’Italia. Ho da sempre un chiodo fisso: oltrepassare gli stereotipi sull’Italia e gli italiani. Perché l’italia assomiglia un po’ alla mia seconda casa.
Lo farò raccontando libri, musica e film che più mi hanno emozionato. Il tutto da Strasburgo, la città in cui vivo e che offre una vastità di eventi culturali che mi permettono di viaggiare in Italia in qualsiasi momento, con la mente e con il cuore.
Ogni mese, troverete un articolo scritto da me per voi. Sperando di farvi scoprire quell’Italia che io trovo divertente e sorprendente, forse perché la guardo dall’oltralpe.
Oggi vi aprlerò del libro di Pif e Marco Lillo che si intitola Io posso, due donne sole contro la mafia [Feltrinelli, 2021].
Estate 2021, stavo facendo un giro dell’Italia con i miei amici italiani e mi stavo divertendo molto.
Ad un certo punto, però, mi sono reso conto che avevo escluso l’idea di affrontare un tema come quello della mafia. In ogni posto ed ogni regione visitata, ho la voglia di evadere e fuggire nei libri. Così, in una giornata calda tipica del sud della Toscana, sono entrato per caso nella piccola libreria Palomar del centro di Grosseto.
Dal primo istante, mi sono orientato verso questo libro, attirato dalla copertina con questi colori che corrispondevano al mio stato d’animo, quasi soffocante. Onestamente, non conoscevo gli autori PIF e Marco Lillo, ma ero molto incuriosito dal simbolo, pieno di energia, della Madonna.
Mi sono fermato, appunto, su titolo e sottotitolo. Perché usare la prima persona singolare, Io posso, mentre si tratta della storia di due donne sole contro la mafia? Qual è la potenza dell’Io in questo libro?
Mi sono venute in mente le prime lezioni di italiano durante le quali ho elencato la coniugazione del verbo potere. Potere come nome, potere come soggetto e guida dell’Io, ma anche potere come azione di fare qualcosa e, nel nostro caso, potere sapere e conoscere.
La mafia è un oggetto di studi coinvolgente, soprattutto dal punto di vista esterno di uno straniero. Mi ricordo delle lezioni sulla storia della mafia italiana e dei meccanismi d’arruolamento tenute da Enzo Ciconte, specialista ed ex deputato PCI della Repubblica Italiana.
PIF e Marco Lillo invece ce ne parlano dal punto di vista delle due donne, descrivendo in modo chirurgico la loro vita piena di semplicità, nel centro di Palermo, opprimente nei loro confronti. Il pomo della discordia sono le casette di Piazza Leoni che appartengono alle sorelle sarde di origine, ma palermitane di adozione. Per 30 anni, le donne proprietarie delle casette subiscono minacce e rappresaglie, perdendo poco a poco i loro diritti nel silenzio dello Stato e a causa di un vuoto giuridico contro un nemico nascosto.
In questo libro, impariamo a conoscere i due documentaristi, attraverso la loro indagine e le testimonianze sulla vicenda di queste due donne resistenti, Savina e Rosa, che non hanno mai ceduto, portando avanti la loro lotta contro la burocrazia invasiva, senza mai vedere la luce alla fine del tunnel. I due scrittori mettono in luce anche la responsabilità di uno Stato che non sa schierarsi dalla nessuna parte, facendo già della neutralità stessa un atto di criminalità.
Il libro mantiene il lettore in sospeso fino all’ultima pagina di questa storia di portata universale. Le personalità di Savina e Rosa sono un inno al coraggio, perché non si arrendono mai davanti alla difficoltà e agli ostacoli. Alla fine, sembrano essere le piccole sorelle dei famosi giudici Falcone e Borsellino. Gli scrittori ci offrono una piccola parentesi sulla città di Palermo, grazie alle descrizioni delle vie, dei suoi parchi e della sua atmosfera, risultata da un patchwork di cultura molto piacevole.
Io posso, due donne sole contro la mafia è stato il mio ultimo viaggio di quella estate 2021. Un viaggio di verità che mi accompagnerà per il resto della mia vita. Non vedo l’ora di andare a Palermo quest’estate.
Ci vediamo al mese prossimo per un’altra scoperta, questa volta cinematografica.
Baptiste, un ragazzo metà pizza e metà baguette.