INTERVISTA: Angelo Gualtieri – Il Polemista [Pav edizioni]

Intervista a cura di Fabia Tonazzi

Oggi parliamo di Angelo Gualtieri e del suo libro Il Polemista, pubblicato dalla Pav Edizioni, in cui l’autore ci mostra il suo punto di vista su alcune personalità del mondo della politica e non solo… Con pacata ironia, lucidità e un tocco di sana ferocia, senza fare sconti a nessuno, Angelo Gualtieri traccia un affresco a tinte scure del Belpaese e racconta fatti e vicende degli ultimi quattro anni, mettendo in evidenza come i media hanno manipolato l’informazione tagliandola con l’accetta e commentata a senso unico. Diversi sono i riferimenti ai mostri del talk, ai conduttori televisivi, passando per giornalisti e opinionisti senza disdegnare i populisti e sovranisti di casa nostra. Una certa attenzione è rivolta anche nei confronti dei virologi che sono diventati le star del piccolo schermo. Il libro di Angelo Gualtieri è molto intenso ed espone delle idee precise in merito al panorama attuale legato a politici e personaggi noti. Siamo davvero curiosi

Angelo Gualtieri. Il Polemista

Come nasce il nome del capitolo Mitraglia? E il ruolo di Enrico Mentana. Cosa vuoi dirci a riguardo?

Mitraglia era il soprannome affibbiato a Enrico Mentana per la sua parlata a macchinetta, ossia per l’ elevata velocità di dizione. Lo  critico perché, in una sua intervista, sembra sdegnato dalla    L’uomo, però, dimentica o finge di dimenticare che senza le raccomandazioni di Bettino Craxi e del partito socialista la sua  brillante carriera di anchor man, con ogni probabilità, se la sarebbe soltanto sognata.

 

Il capitolo Il gaffeur seriale è completamente dedicato a Conte o è solo un modo per parlare di una situazione generale?

Il capitolo un gaffeur seriale è completamente dedicato a Giuseppe Conte, anche se anticipa una critica al suo primo governo: a mio parere, uno dei peggiori esecutivi della storia repubblicana.  In seguito,  sull’avvocato di Volturara Appula ho cambiato opinione, poiché si è dimostrato un ottimo premier nel secondo suo governo che ha dovuto gestire il dramma della pandemia.  Siccome in un periodo irto di difficoltà, il suo partito ha fatto cadere il governo Draghi per ragioni squisitamente elettoralistiche, su Giuseppe Conte ho cambiato nuovamente opinione, anche se l’imponente messe di voti acquisita dai Cinque Stelle gli ha dato ragione.

 

Un comunista smemorato è il nome di un capitolo dedicato a Salvini, se dovessi fargli un complimento da polemista cosa gli diresti?

Ho definito Matteo Salvini un comico. Una mia amica di Piandelagotti – una simpatica signora di elevata cultura e di buone letture – dopo essersi complimentata per il mio lavoro, mi ha mosso questa critica. “Hai scritto troppo del capo della Lega”.  Non posso darle torto. In effetti, Matteo Salvini, allo stato dell’arte, è il personaggio più grottesco che impazza nei talk televisivi. Quasi sempre, infatti, i suoi atteggiamenti e i suoi discorsi sono paradossali e suscitano reazioni contrastanti in chi lo ascolta. Da un certo punto di vista, questo potrebbe pure essere un complimento. Per esempio, se uno volesse scrivere un libro su di lui, dopo averlo attentamente ascoltato in quattro o cinque dibattiti, avrebbe già raccolto materiale in abbondanza per riempire oltre cento pagine. Oscar Wilde fa dire al suo Dorian Gray: “parlarne bene o parlarne male non importa, purché se ne parli”.  Salvini, pur non sapendo  dell’esistenza del grande drammaturgo britannico, inconsapevolmente,  ha fatto tesoro di questa raccomandazione che, sicuramente, qualcuno gli avrà suggerito.

 

A chi è dedicato il capitolo il Buonista?

Il Buonista è un capitolo in cui scrivo di Carlo Ancelotti, considerato l’allenatore più vincente del pianeta. Peccato che durante le  stagioni nelle quali ha allenato la mia Juve, si sia reso protagonista di due clamorosi insuccessi. Non è, però, questo, il punto. Io sono arrabbiato con lui per alcune dichiarazioni al vetriolo sulla  Vecchia Signora del  tutto sconsiderate e supportate dal nulla cosmico. Quando le rilasciò passarono sotto traccia, perché ai  giornali sportivi faceva comodo non parlarne per non scalfire il profilo del personaggio. Io ho scritto il racconto quasi tra anni fa e la vicenda, prima passata in  cavalleria, è tornata d’attualità la primavera scorsa. Il noto allenatore di Reggiolo, quella  dichiarazione, infatti,  l’ha riproposta, pari e pari, a un noto quotidiano sportivo. Questa volta, però, Luciano Moggi, al tempo  direttore generale della Juve, si è arrabbiato di brutto e gli ha replicato  per le rime. Molti avranno, quindi, capito  che il Carletto nazionale  non sfugge alla regola: è un buonista solo quando gli fa comodo.

 

Puoi trovare il libro di Angelo Gualtieri: sul sito della Pav edizioni

Pav Edizioni, Angelo Gualtieri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *