Live report di Francesca Vantaggiato
Nel giorno di San Valentino, dappertutto si festeggia l’amore a lieto fine, quello fatto di rose rosse e cuoricini di miele. Non al Teatro Sala Fontana di Milano. Qui va in scena un altro tipo di amore, quello che si intreccia con la gelosia e la passione, l’alcool e le sigarette, la follia e la lussuria. Qui va in scena Ultimo Spettacolo, una storia di burlesque, ambienti fumosi, personaggi in eterno conflitto con se stessi, cinismo e ironia. Un San Valentino fuori dagli schemi, decisamente.
Sono le 21:00 e nella sala del teatro di via Gian Antonio Boltraffio comincia a raccogliersi gente vestita in stile anni ’20: le donne indossano cloche e cerchietti di piume, abitini corti dalle spalline sottili, paillettes e chiffon; gli uomini vestono completi scuri stretti in vita e papillon neri, hanno baffi fini e capelli laccati all’indietro. Non siamo più nel 2014, ci troviamo ad una serata mondana della Milano degli Anni Ruggenti.
Si spengono le luci, si smette di parlare e di far ondeggiare le frange dei vestiti. Inizia l’Ultimo spettacolo. La sala si riempie di fumo, il faro illumina il palco, su un telo da proiezione si vede un’ombra di donna in lingerie, mentre scorrono i nomi degli attori e dello staff che ha dato vita allo show. Dietro il telo, una band suona jazz: la loro musica accompagnerà tutta la serata.
La storia, intrigante e misteriosa, inizia il 23 luglio del 1920, un triste giorno per il detective Sam: cinque anni prima la donna di cui era follemente innamorato lo lascia, abbandonandolo alla depressione e alla disillusione. Ora, dopo tutto questo tempo, Sam si ritrova a dover fare i conti col suo passato: gli viene recapitata una valigetta contenente dei soldi tagliati a metà, un biglietto con una missione da compiere e una foto. Deve trovare La Diva e fare ciò che sa fare meglio. Solo allora avrà l’altra metà del denaro. Peccato che La Diva in questione sia proprio la donna che ha sempre amato, la bellissima regina dei palcoscenici. Nel viaggio che Sam dovrà compiere nel magico e lussurioso mondo del burlesque gli faranno strada due bellissime Muse e il suo fidato assistente Otto.
Ciò che colpisce maggiormente di Ultimo spettacolo, però, non è l’intrigo della trama, bensì la novità della narrazione: non più semplice pièce teatrale, ma anche cinema, live music, immagini e prosa. Gli attori si muovono su diversi piani del racconto: Alberto Orlandi (Sam) è sul palco e racconta se stesso attraverso dei monologhi; Eve La Plume (la Diva) non parla, ma si esibisce in performance di burlesque maestose e spettacolari; Rita Lynch e Giuditta Sin (le Muse) sono anch’esse mute, ma si esprimono attraverso la danza; Attilio Reinhardt (l’assistente Otto) non è mai presente in carne ed ossa, la sua immagine viene proiettata sul telo. Infine, la musica: il jazz dei The Smokey’s fa parte della storia stessa, dato che i musicisti sono sul palco e si vedono suonare dietro il telo.
È un teatro sensoriale e cinematografico, in cui il burlesque è il vero protagonista. Eve La Plume, Giuditta Sin e Rita Lynch sono splendide e sensuali in ogni loro apparizione e costume: sono divertenti, affascinanti, eleganti e spettacolari. La riuscita dello show si misura dai fischi compiacenti degli uomini in sala e dagli applausi scroscianti delle donne sedute tra il pubblico. Un’esibizione intrigante dal finale sorprendente. Questo è il burlesque all’italiana: innovazione, riscoperta del passato e tanta sensualità.
Photo report di Noemi Teti
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