Live report di Skanderbeg
E’ passata poco più di una settimana dal concerto del duo Holland/Baron che ha aperto l’edizione 2014 del Roma Jazz Festival – Swing & New Deal all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Facendo un passo indietro per ripercorrere quella che è stata l’apertura di un festival mai così ricco, e che ancora ha grandi concerti in serbo come quello di stasera della mitica Dee Dee Bridgewater, possiamo sicuramente affermare che:
1) Dave Holland è un mostro, sacro o di bravura poco importa. Sta di fatto che raramente si è così fortunati da assistere ad uno show così magistralmente diretto da un contrabassista. La sua flemma britannica si contrappone in maniera così intensa al suo senso del ritmo che il risultato è qualcosa di umanamente inconcepibile. E va bene che ha compiuto quasi 70 anni e allora, magari, ci si aspetta che non sià più brillante come a 40, però è davvero difficile pensare che un uomo della sua età possa essere ancora così meticoloso e brillante durante un concerto!
2) Kenny Baron è probabilmente ai livelli di Dave Holland anche se è meno appariscente. A differenza, però, del suo collega inglese, il pianista di Philadelfia ha quel tocco di anima in più, tipico del blues/jazz made in Usa. Il passaggio da be-pop a swing fino a pezzi quasi drammatici non altera minimante il suo equilibrio. Kenny Baron è lì ed interpreta alla perfezione lo stato d’animo del brano e quelli del pubblico.
Come avete ben capito, questo concerto ci è piaciuto assai! Per essere estremamente franchi, e anche un bel po’ scontati, non poteva esserci migliore apertura come questa. E nella speranza di non farvi attendere così tanto per raccontarvi gli altri concerti del Roma Jazz Festival vi porgiamo i nostri più sinceri saluti…swing!
Photo report di Enrico Ocirne Piccirillo
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